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“Cosa può essere la gioia? La gioia è questo realizzare una potenza, effettuare una potenza, “ho effettuato una potenza”.
È la parola potenza ad essere equivoca.
Al contrario, cos’è la tristezza?
Quando sono separato da una potenza che, a torto o a ragione, o di cui a torto o a ragione mi credevo capace. “Avrei potuto fare una tal cosa, ma le circostanze, il fatto che non mi fosse consentito …” È la tristezza.
Potremmo dire che la tristezza è il risultato di un potere esercitato su di me.
(…) il potere è sempre un ostacolo frapposto alla realizzazione della potenza. Poiché ogni potere è triste. Anche se coloro che lo hanno, provano molto piacere nel detenerlo, è una gioia triste, ci sono gioie tristi, è una gioia triste.
Al contrario la gioia è la realizzazione di una potenza. È il piacere della conquista, diceva Nietzsche. Ma la conquista non consiste nell’asservire qualcuno. La conquista, ad esempio per un pittore, è conquistare il colore. Ecco una conquista, ecco la gioia.”
[Gilles Deleuze, “J comme joie”]
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