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Si può ben dire che se esiste un’essenza dell’uomo, è precisamente la nostra capacità di immaginare di averne una. Questo non sarebbe molto lontano dal punto di partenza di Marx: che se c’è qualcosa di essenzialmente umano è la capacità di immaginare cose e portarle in essere (quella che David Graeber chiama immaginazione immanente), e che l’alienazione si verifica quando perdiamo il controllo del processo.
Una volta che smettiamo di pensare all’immaginazione come alla produzione di mondi di fantasia autosufficienti, ma piuttosto la vediamo coinvolta nei processi tramite cui creiamo e conserviamo la realtà, allora è perfettamente sensato vederla come una forza materiale che agisce e dà forma alla realtà; se non altro almeno tanto quanto la violenza.
[David Graeber, Rivoluzione: istruzione per l’uso (Bur) pag. 123]
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