fino allo sfinimento

In generale, la mia impressione è che in un certo ‘reparto’ di maitre a penser, si cerchi, si continui ad interpretare il mondo con gli strumenti ante-pandemia, come se il mondo non fosse persino terribilmente diverso, ora; per cui gli stessi strumenti risultano inadeguati a comprendere il mondo com’è adesso. Come quella storiella del pesce che non riesce a vedere l'acqua in cui si muove. Poiché al virus non interessa affatto tutta la nostra filosofia, sia quella senile che quella ego-muscola od egoriferita, che non può scalfire di una virgola quel che è; e che nel mentre ci perdiamo a filosofare il virus corre, a passi di gigante; che non è un virus da prendere sottogamba con l’acqua di rose, per cui smettiamola di farci illusioni.

semplicemente appartengo a loro

«[...] non sono mossa da nessun “amore” di questo tipo, e per due ragioni: in vita mia non ho mai “amato” un popolo o collettività - né il popolo tedesco, né il francese, né l'americano, né la classe operaia o qualcosa del genere. Io davvero amo “solo” i miei amici e il solo tipo di amore che conosco e in cui credo è l'amore per le persone. In secondo luogo, questo “amore per gli ebrei” mi sembra, poiché io stessa sono ebrea, come qualcosa di sospetto. Non posso amare me stessa o qualcosa che so essere parte integrante della mia persona. [...] E ora questo popolo crede solo in se stesso? Che cosa può venir fuori di buono da questo? Ebbene, in questo senso, non ho “amore” per gli ebrei, né “credo” in loro; io semplicemente appartengo a loro come una cosa naturale, fuori discussione o argomento».
[Hannah Arendt]