sommovimenti geologici

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«L’amore provoca così nel pensiero dei veri e propri sommovimenti geologici. In quello del signor Charlus, che – qualche giorno prima – somigliava a una pianura così uniforme che fino ai limiti estremi egli non avrebbe potuto scorgere un’idea sola levarsi dal suolo, erano sorte d’improvviso, dure come la pietra, catene di montagne, ma di montagne scolpite, quasi che un statuario, invece di portarne via il marmo, l’avesse scalpellato sul posto, e dove si torcevano in gruppi giganteschi e titanici il Furore, la Gelosia, la Curiosità, l’Invidia, l’Odio, la Sofferenza, l’Orgoglio, lo Spavento e l’Amore». *

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Sveglia all’alba, stamane. Vedo uno spicchio di cielo azzurro che così azzurro non si vedeva da un bel pezzo, e il mio primo pensiero è andato a… Mi sono infilata le calze, afferrato uno scialle e precipitata di sotto; l’orologio del display del forno elettrico indica qualche numero, unico barlume nella cucina buia, con le persiane ancora chiuse.  Ma è troppo presto. Tanto vale tornare su a sonnecchiare sotto il piumino almeno per mezzora – benché una luce spietata illumini già la soffitta.
Le ore passano. Era successo il 24 di mattina. Io l’ho saputo dopo l’una, mentre preparavo il pranzo. Ho acceso la tele e qualcuno stava già dicendo che non è rimasto nulla, che erano stati polverizzati – polverizzati. Centocinquanta persone polverizzate in un secondo – e che lassù è l’inferno.
C’è poco da dire, ancor meno da aggiungere, se non restare ammutoliti, pietrificati.  Più tardi, qui qualcuno ha osservato che quest’anno sembra d’essere entrati nel museo degli orrori; qualcun altro invece che andrà sempre peggio. Intanto, si possono fare ipotesi, interpretare suoni, le voci, le grida, i respiri; ma qualsiasi cosa sia, non si potrà mai sapere cosa è davvero successo in quella cabina, oltre quella porta chiusa.

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«Possiamo aver voltato e rivoltato tutte le idee possibili, la verità non vi è mai entrata; è dal di fuori, quando meno ce l’aspettiamo, che esse ci vibra la sua atroce puntura, e ci ferisce per sempre».*

 

 

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto. Sodoma e Gomorra.

6 pensieri riguardo “sommovimenti geologici”

  1. no, non la guardo mai molto – che come vedi, mi dedico anche al tempo perduto.
    tuttavia, non possiamo nemmeno starcene sotto una campana di vetro, come se quello che accade, purché lontano, non ci tocchi.
    – e, bene o male, ho sempre patito in modo concreto (proprio fisico) le montagne russe…

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  2. No, non dico di non guardarla affatto. Solo quel tanto che basta per capire cosa sta succedendo nel mondo. Anche se quello che ci arriva del mondo, attraverso la stampa o la tele, è quello che si vuole che ci arrivi.
    Ma a parte ciò, anch’io non sopporto le montagne russe. Da piccolo (avrò avuto 5 o 6 anni) mi hanno praticamente costretto a farne esperienza, e da quella volta non ci sono più montato. Ci andai con mio nonno. Lui davanti, ed io dietro, tutti e due in volo su quella specie di siluro volteggiante nel cielo, che Dio solo sa come ha fatto a rimanere ancorato alle rotaie per tutto quel tempo (un tempo infinito). Un’esperienza terribile. Di più, terrificante. E se qualcuno mi chiedesse di rispondere alla domanda: “Qual’è il supplizio che ti piacerebbe infliggere al tuo peggior nemico?”. Non avrei alcuna esitazione e gli direi: “Un giro sulle montagne russe”: 🙂

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    1. idem. io però ci sono salita quand’ero già grandina (da piccola al massimo erano le giostre con le catene o gli autoscontri), e una volta m’è bastata. in seguito ho provato anche un altro trabiccolo che ti sballottava come in una centrifuga. si diceva che era un tipo di test a cui venivano sottoposti gli astronauti. mostruoso. ora credo che non farò più esperienze di quel genere, almeno non per mia volontà. e non riesco a capire come possano trovarlo divertente. dev’essere un modo per temprarsi alla dura vita sempre più dura. crudeltà da assumere a piccole dosi per assuefarsi alla crudeltà dominante.
      vorrei poter aggiungere qualcosa di spiritoso, ma ora non mi riesce proprio, scusami …
      ciao Francesco, un tenero saluto

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