Varianti e Vaccini

Ieri ho incontrato tre volte in un solo giorno la stessa bufala gigante. Tre volte, solo un tantino diversa, ma stringi stringi, la stessa.

La prima, che “le varianti nascono come reazione al vaccino. E’ il mestiere del vaccino”, l’ha pronunciata Salvini a L’Aria che tira.*

Subito dopo ne ho trovata un’altra, che afferma che “con l’uso a tappeto di vaccini ‘imperfetti’ (leaky) stiamo creando condizioni propizie all’imporsi di varianti vaccino-resistenti, sempre più aggressive”. Questa compare tra le prime righe in uno scritto di un emerito p. di filosofia morale, docente universitario.

E verso sera quest’ultima, che sostiene che “la vaccinazione di massa – in presenza di alti livelli di circolazione del virus – possa favorire la nascita di varianti resistenti al virus”, espressa da Luca Ricolfi**, psicometrico ed editorialista.

Vedete le differenze?

Gira e rigira è sempre la stessa tesi: che i vaccini, e quindi i vaccinati, provocano varianti.

La prima sostiene che le varianti “nascono”; la seconda che i vaccini “creano” condizioni favorevoli all’imporsi di varianti; la terza che ne “favoriscono” la nascita.

Sono tutte tre sbagliate.

Così ieri mi ero messa di buzzo buono a demolire la tesi, in particolare la numero 2, apparentemente la più paradossale e farlocca, avvalendomi delle informazioni apprese da Marco Gerdol, ricercatore in biologia molecolare all’università di Udine, che seguo da quando s’è iniziato a parlare della variante Alpha a dicembre dell’anno scorso.

Questo per chiarire che non è farina del mio sacco, ma che cerco di descrivere la questione varianti/vaccini tramite le conoscenze di un’esperto in materia di varianti. E’ una spiegazione un po’ tecnica, senza entrare troppo nel particolare come farebbe Marco, ed è la seguente:

  • Premessa. Ecco un ottimo esempio di disinformazione Accademic***. Noto che nel tempo ha aggiustato un po’ il tiro su certi argomenti; ad esempio prima sosteneva che i vaccini generano varianti (forse aveva letto Montagnier), la stessa cosa che continua a ripetere Salvini, del resto.

Al momento invece afferma che “l’uso a tappeto di vaccini ‘imperfetti’ (leaky) stiamo creando condizioni propizie all’imporsi di varianti vaccino-resistenti, sempre più aggressive” – cosa non vera comunque -, paragonando il fenomeno a quello della antibiotico-resistenza, senza sapere (perché non lo sa e perché non l’ha studiato?) che i batteri non sono virus, e che le varianti emergono causalmente in proporzione alla quantità di replicazioni piuttosto che per pressione selettiva. E che quindi più si permette al virus di circolare, più ha possibilità di replicare, e maggiori sono le probabilità che emergano casualmente delle varianti, ma non necessariamente più aggressive. Le varianti emergono sempre e casualmente in proporzione al numero delle replicazioni virali.

Viceversa se si riduce la circolazione virale, diminuiscono le replicazioni, si riducono le possibilità di errori di replicazione, e quindi di nuove varianti.

Perciò, come s’è constatato che tutte le varianti finora classificare VOC (variant of concern) si sono generate in popolazioni non vaccinate e con forte circolazione virale, ancora non c’è nessuna evidenza di varianti apparse in popolazioni vaccinate, per ora.

Questo timore dell’imporsi di varianti vaccino-resistenti, causato da vaccini imperfetti, è anche un errore logico, a mio avviso, perché confonde la possibilità di un evento con la probabilità che questo evento accada, e come non bastasse utilizza l’argomento fallace per negare i vantaggi che i vaccini comportano nelle attuali condizioni, paventando un possibile quanto improbabile evento futuro. In breve: agita lo spauracchio.

Sunto: se una variante divenisse dominante, accadrebbe perché 1) si è generata casualmente, e 2) ha una fitness migliore e quindi un vantaggio su quella precedentemente dominante. Ed infine, 3) non esistono condizioni propizie favorite in particolare dai vaccini, che non possano essere favorite allo stesso modo dall’immunità ottenuta per infezione naturale, con tutte le conseguenze del caso: malattia e decessi, comprese conseguenze sanitarie e socio-economiche.

Ergo: meno le persone sono vaccinate, maggiori sono le possibilità che una variante con miglior fitness possa emergere, circolare e diventare dominante. Se dovesse imporsi una variante con maggiore fitness rispetto alla precedente, quindi più trasmissibile, e avere anche nel contempo la capacità di ‘bucare’ i vaccini attuali – cosa alquanto improbabile almeno a breve rispetto all’efficacia verso forme gravi e decessi – si potranno modificare i vaccini.

Sarebbe meglio non accadesse, certo, ma nel caso non sarebbe né “colpa” né a causa dei vaccini che favorirebbero ambienti propizi. I vaccini hanno soltanto il merito di aver evitato centinaia di migliaia di morti. Punto.

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Questa mattina invece ho trovato un’ottima spiegazione di Enrico Bucci sempre sullo stesso argomento, molto più scorrevole e comprensibile. Anzi, direi sintetica e perfetta. Allego anche la foto di Charles Darwin, ovvero: la possibilità di studiare la natura liberi da dogmi e pregiudizi, presa in prestito dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

VARIANTI E VACCINI

«Siccome ogni tanto qualcuno decide di reinterpretare a modo suo i meccanismi dell’evoluzione biologica, val la pena ricordare qualche fatto di base.

L’evoluzione di varianti si compone di due passaggi: la loro apparizione, casuale, e la loro selezione favorevole, dipendente dell’ambiente.

Nulla quindi causa la comparsa di una variante; è figlia del caso e delle leggi probabilistiche, che ci dicono che più un virus è lasciato circolare, più varianti casuali compariranno.

La selezione agisce poi a favorire certe varianti. Quelle più infettive sono sempre avvantaggiate, vaccini o non vaccini, qualunque cosa accada; e questo spiega l’evoluzione vista finora in SARS-CoV-2.

Quelle immunoevasive sono favorite in presenza di popolazione immunizzata: se l’immunità è stata raggiunta naturalmente o mediante vaccini, l’unica differenza starà nel tempo che ci è voluto e nel numero di morti. La pressione selettiva deriva infatti non dal vaccino, ma dal sistema immune; e quindi, prima o poi, tale pressione si eserciterà comunque, che noi usiamo o meno i vaccini; in compenso, la probabilità di comparsa delle varianti, se abbiamo lasciato moltiplicare di più il virus senza usare i vaccini, sarà maggiore.

È tutto qua, e non è questione di politica di destra, centro o sinistra, ma solo di ignoranza più o meno grave nel fare certe dichiarazioni infondate.»

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E con questo abbiamo definitivamente smontato anche la prima tesi e anche l’ultima, ovviamente.

L’unica affermazione corretta, è che l’alta circolazione del virus favorisce varianti. Ma dove abbiamo alta circolazione del virus se non in popolazioni NON sufficientemente vaccinate?

Difatti, anche cercare di tenere bassa la circolazione virale durante la vaccinazione, sarebbe stata una buona prassi; prassi sempre sostenuta da scienziati dotati di buon senso e con prove alla mano; come hanno sempre ribadito che avremmo dovuto continuare ad essere prudenti, usare dpi, utilizzare tracciamenti e quarantene ove necessario e strumenti diagnostici in particolare negli ospedali ecc., per un certo tempo. Quanto tempo? non si sa, dipende da molti fattori. Tutte indicazioni scientifiche che sono state talvolta disattese dalla politica per i motivi che conosciamo (attività economiche e scuole, e consenso politico). Più che altro è la politica che spesso fa orecchie da mercante, ma anche i cittadini fanno lo stesso, e alla grande.

I fatti, soltanto i fatti descritti dalla scienza secondo le evidenze scientifiche più aggiornate. Ma non lo dico io, lo dicono i biologi e genetisti molecolari che seguo da mesi e a cui ho chiesto informazioni. Cosa volete che ne sappia io? Io so soltanto dove si possono trovare le informazioni corrette e indipendenti da ideologie pseudoscentifiche e politiche.

Mentre chi non sa, parla parla parla a vanvera senza essersi dato la pena di informarsi in modo corretto, e di studiare anche? perché no? Siamo nati studiati?

Qualcuno dirà, eh, ma è un chiodo fisso! In effetti è vero. Il motivo è che mi provoca un sentimento di scoramento tale, vedere anche persone che ritenevo intelligenti e colte fare delle affermazioni senza nemmeno essersi dati la pena di informarsi e studiare l’argomento, come un Salvini qualsiasi. Fare affermazioni soltanto per ignoranza, e sostenerle con arroganza. E quanti fanno così?

Ps: stavo pensando che se invece di leggere L’essere e il nulla, avessimo letto “Il Caso e la Necessità” di Jacob e Monod – forse era meglio.

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note:

* Salvini aveva persino premesso “Proviamo a fare informazione corretta”; e che un esponente della maggioranza propaghi le peggiori bufale in tv spacciandole per corretta informazione è un qualcosa di indecente. In molti paesi questa affermazione, fatta da un leader di governo, in piena pandemia, stroncherebbe una carriera politica.

** su un estratto di un articolo di Ricolfi, dal titolo “Ecco perché sulla pandemia nessuno dice la verità”, ce ne sarebbero di cose da obiettare; ma è meglio affrontare un argomento per volta, quindi basta la bufala che riporta per squalificare il livello d’informazione del suo testo. Giornalaio.

** s’intende ovviamente l’affermazione dell’emerito p. di filosofia morale, muscoloso docente universitario.

3 pensieri riguardo “Varianti e Vaccini”

  1. Ciò su cui si incaglia inevitabilmente la scienza è la prospettiva temporale, ovvero l’appiglio senza il quale gli individui e le società sprofondano nella vertigine dell’ignoto e dell’insensatezza.
    Ma è esattamente ciò che la scienza, almeno in questa fase, non può dare. Le certezze darwiniane circa i meccanismi di replicazione del virus (che è poi quello di ogni replicazione organica) si infrangono sull’indeterminatezza di quel che succederà con la strategia vaccinale in corso, peraltro non perseguita allo stesso modo in tutti i paesi. Sappiamo che fa bene ora (per contenere morti e feriti), non sappiamo se funzionerà né cosa determinerà tra 6 mesi, un anno o 3 anni. Proprio per ragioni di spaziotempo vaccinale (l’intero globo? quanti richiami? ci saranno cure più efficaci? il virus si dissolverà misteriosamente?).
    Nessuno, in questo momento, può dire quanto tempo occorrerà per l’endemizzazione (la famigerata convivenza conflittuale a bassa intensità) di SARS-CoV-2 e dei suoi replicanti.
    Ergo: nessuno può dire per quanto tempo sottovivremo con mascherine, distanze, paranoie securitarie, semafori verdi o rossi, misuratori di temperatura, quarantene, coprifuochi, ricorrenti piccole guerre civili, ecc.ecc.
    Alle variabili virali occorre sempre assommare le variabili umane, ancor più imperscrutabili. E la scienza, che pure è umana troppo umana, spesso lo dimentica.

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    1. ciao Mario, che bella sorpresa…
      Non riesco a provare questo genere di angoscia per quello che non sappiamo. Ciò che non sappiamo non lo sappiamo, finché finalmente forse lo sapremo. Visto com’è facile?
      Chi conosce il futuro? Per qualsiasi cosa, non soltanto per i vaccini. È la vita stessa ad essere sconosciuta, sappiamo così poco, ma almeno quel poco eh… per favore.
      Sulla prospettiva temporale, s’incaglia il mondo intero, non la scienza. La scienza fornisce delle soluzioni ai problemi, più o meno perfette o imperfette come qualsiasi cosa umana.
      Me chi le deve mettere in atto sono gli uomini, le società le istituzioni e le organizzazioni, e tutto ciò è molto più imperfetto ovviamente.
      Non è la prima vaccinazione di massa fatta nella storia umana: per eradicare il vaiolo c’è voluto dal 1967 al 1979. La poliomielite era a buon punto, e ora è stata bloccata dai talebani in Afghanistan e in Pakistan. Lì fanno presto, uccidono le infermiere.

      Non sappiamo quanto ci vorrà: e quindi? Ti sembra una buona ragione per non farlo?
      Idem, se non sappiamo cosa succederà tra 6 mesi o 3 anni: nel frattempo potrebbe anche cadere un meteorite e spazzare via tutto. E allora? Intanto che si fa? Aspettiamo per vedere cosa accade senza fare niente? lasciamo fare alla natura? Tanto dobbiamo morire tutti? Prima o poi, questa sì è l’unica certezza. Chi non si vaccina, soprattutto se in età a rischio, allora probabilmente sceglie l’unico appiglio che dia certezza. Logico e dritto come un fuso.

      Però devo farti una domanda e ti prego di rispondermi. Siccome non è la prima volta che leggo nelle cose che scrivi “cosa determinerà tra 6 mesi, un anno o 3 anni”, o qualcosa di simile, ti chiedo se per caso hai letto anche tu Montagnier, che aveva detto non so quando, NON che moriremo tutti fra due o tre anni a causa dei vaccini (questa è una bufala creata a tavolino dai no-vax) ma che la vaccinazione di massa crea varianti. È a questo che ti riferisci? Che poi è lo stessa cosa che sostiene anche Andrea Z. mi pare.
      E comunque gira parecchio questo spauracchio come un timore che si trasforma persino in presentimento: sembra un terrore più che un timore, o paura di una minaccia incombente. È da lì che bisognerebbe iniziare quando parliamo di vaccini. Dalla paura.

      Sono abbastanza infuriata per le bufale che girano, perché condizionano e spaventano le persone semplici.
      Sono le bufale di quel tipo che gli danno l’appiglio per credere a fandonie, il pretesto per non affrontare il problema concreto, reale, personale, soprattutto per quelle persone che sono più a rischio.
      Le donne in gravidanza che non si vaccinano, ad esempio. il tuo amico sostiene (da che pulpito?) che è una cosa (non ricordo esattamente) criminale, o qualcosa del genere. Notizia di ieri una ragazza in gravidanza 39 anni deceduta x covid, bimbo sopravvissuto. Chi è il criminale quindi? Delinquenti proprio, che c’è gente che ci studia a tavolino per diffondere il terrore e ottenere questi bei risultati. E poi c’è anche chi presta il fianco, e raccoglie voti. Dai. Il problema qui non è la scienza o Big Pharma o che c’è un potere oscuro, ma la strumentalizzazione politica dei vaccini da parse dei soliti noti, e anche i meno noti. E di chi anche ci casca,

      Ma anche tutti i discorsi tecnici sulla scienza, soprattutto da parte di chi non ne può sapere di meno, sono razionalizzazioni pretestuose per nascondere niente altro che la paura; paura che può essere del vaccino in sé, ma anche di trovarsi in dissonanza rispetto al proprio gruppo di riferimento o rispetto a pattern interpretativi collaudati. È da lì che bisognerebbe iniziare a parlarne. Dalla paura.

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      1. La libertà è una gran bella cosa, come la democrazia, ma sappiamo anche bene che il processo informativo dev’essere corretto perché la libertà e la democrazia vengano rispettate. O pensi che ognuno (oltre alle paure che magari ha già di suo) possa essere libero anche se ascolta e alla fine finisce per credere solo a delle stronzate?
        non parlo di te o di me, ma di tutti gli altri, delle persone che davvero non hanno gli strumenti per fare una scelta informata

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